Un dettaglio dalla copertina di Love Everlasting

Nel lungo filo che lega Tom King al fumetto e che attraversa epoche, case editrici, personaggi e generi disparati, un nodo che ritorna con una certa frequenza è quello dell’amore: dal legame tra Bruce e Selina su Batman al rapporto tra Big Barda e Mr. Miracle, le relazioni sentimentali rappresentano spesso una tappa centrale del percorso di psicoanalisi a cui lo sceneggiatore di Washington sottopone i suoi personaggi. Non sorprende dunque che l’amore sia il tema centrale della prima opera creator owned di King, Love Everlasting, nata su Substack, distribuita poi in forma fisica negli USA da Image e portata in Italia da Bao Publishing.

Quella di psicoanalizzarsi attraverso il fumetto è un’esigenza per King che si spiega attraverso una carriera che è essa stessa una storia. Con ottimi voti all’università e una passione per i fumetti scoppiata da bambino, King arriva a lavorare per Marvel e DC come stagista da giovanissimo; poi l’11 settembre cambia tutto nella sua vita. Si arruola nella CIA, passa sette anni nell’intelligence statunitense, quindi una volta ritornato alla vita civile scrive un romanzo (che parla di supereroi) e inizia a frequentare fiere del fumetto in cerca di contatti. Lentamente, il suo nome inizia a farsi conoscere, fino a diventare uno dei più importanti nel settore. Per la Marvel scrive una mini-serie su Visione, ma è per le DC Comics che firma le sue opere più importanti, su tutte un lungo e apprezzato ciclo di Batman. 

Una tavola da Love Everlasting

Love Everlasting è un’opera all’apparenza abbastanza lontana da ciò a cui King ci ha abituato finora, ma in cui si può trovare in ogni caso il suo amore per i generi letterari che solitamente declina all’interno di un contesto supereroistico. Questa volta invece la sua protagonista è Joan Peterson, ragazza che si ritrova incastrata in un loop temporale simile a quello di Bill Murray in Ricominicio da capo, con la differenza che Joan è condannata a risvegliarsi in una nuova epoca, coinvolta in una nuova storia romantica, ogni qual volta che si innamora. 

La distanza dal King di Marvel e DC è segnata visivamente dai disegni di Elsa Charrentier, supportata ottimamente ai colori da Matt Hollingsworth. Lo stile di Charrentier è classico che più classico non si può: le sue linee nere e spesse tratteggiano i contorni di personaggi minimali nei segni, eppure elegantissimi. La sintesi grafica ricorda da vicino il segno di un gigante come Darwyn Cooke, ma qua e là si scorgono altre influenze, da Tim Sale a John Romita Sr., che ogni tanto traspare in alcuni volti, fino ai più moderni Marcos Martìn ed Erik Larsen. 

Una tavola di Love Everlastoing

Il rimando al classico è indispensabile per il meccanismo narrativo architettato da King. Prima di svelare le sue carte, Love Everlasting si presenta come un omaggio al fumetto rosa della golden age, a partrire dalla prima pagina di ogni capitolo che ospita una splash page che coglie i personaggi in medias res, mentre il balloon di pensiero di uno di loro stuzzica curiosità e fantasia del lettore. Come la sveglia che annuncia a Phil Connors il giorno della marmotta, la modernità inizia però a farsi largo con accenni sinistri: se Joan lentamente ha sprazzi di consapevolezza della ricorsività della sua esistenza, la gabbia in cui Charretier incastra le sue vignette ogni tanto si scardina.

La notevole capacità di gestione del ritmo e della tavola di King emerge insieme mentre la tensione, inizialmente latente, comincia a montare insieme a agli strani ricordi di vite e amori passati che si accendono nei pensieri di Joan. L’esplosione di violenza che accompagna la prima svolta di Love Everlasting mette però in luce l’apporto indispensabile di Charretier al funzionamento della storia, plasmata intorno alla sua capacità di adattarsi a qualunque tipo di atmosfera mantenendo il suo tratto chiarissimo, sempre perfettamente leggibile, a tratti subdolo nel modo in cui guida lo sguardo del lettore, e sempre efficace nel trasmettere con pochissimi segni le emozioni sui volti dei personaggi. Non può però essere trascurato nemmeno il lavoro di Matt Hollingsworth, i cui colori caratterizzano al primo sguardo le epoche attraverso cui si muove la vicenda di Love Everlasting e riempiono i vuoti lasciati dal tratto di Charretier, in un connubio di altissimo livello. 

Una tavola di Love Everlasting

Con il suo script nelle mani di una coppia di artisti di livello, King può dunque preoccuparsi di guidare le riflessioni del lettore attraverso un sentiero doloroso: cos’è in fondo l’amore? Quanto siamo disposti o costretti a perdere di noi stessi per viverlo? Quando arriva il momento giusto per amare? Cosa succede alle vite dei nostri amori che non lo sono più? Se quella vissuta da Joan è un’allegoria fumettistica, il percorso sentimentale che ciascuno affronta nella sua vita è cosparso di ostacoli e dolori, eppure allo stesso modo l’inizio di una nuova relazione è un po’ l’inizio di una nuova vita, fatta di nuove abitudini e nuove frequentazioni.

Pur alla loro prima collaborazione, King, Charretier e Hollingsworth funzionano come un team rodato: mentre il primo si occupa gestire il ritmo e tirare i fili di una vicenda che, alla fine del primo volume, appare non aver ancora svelato tutte le sue carte, Charretier si assume l’onere di far emergere attraverso il segno grafico tutte le emozioni vissute dai personaggi, mentre i colori di Hollingsworth fungono da collante, andando a denotare le atmosfere che spaziano dal più ingenuo dei feuilleton rosa alla tensione del thriller. Basterebbe questo per farne un’ottima lettura, ma in realtà c’è molto più: così come l’amore trascende il sentimento per diventare qualcosa di più grande, anche il fumetto a volte riesce ad andare oltre la semplice somma dei talenti delle persone che lo hanno realizzato. 

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La copertina di Love Everlasting



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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